Hellcats - 1x02 Serialmente

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*{Sunshine
view post Posted on 27/9/2010, 19:29




SPOILER (click to view)



CITAZIONE
Siccome sono una persona seria, da quando ho saputo che avrei recensito questo episodio di Hellcats ho fatto i compiti a casa. Adesso, se anche la mia ipotetica scalata verso un ipotetico milione di euro fosse composta solo da domande sul cheerleading, saprei rispondere a tutte. Chi è il Flyer e chi il Back Spot, che cos’è uno Split-lift, un Crazy Eight o un Tick-Tock. Come si esegue un Double Twist Cradle e un Pretty Girl Kick Twist. Mi sono fatto una cultura sull’argomento a base di YouTube, Wikipedia, Bring It On e soprattutto quel capolavoro misconosciuto del cinema anni ’70, Satan’s Cheerleaders, che sconsiglio vivamente. Quindi, con tutto questo ingombrante bagaglio di conoscenze alle mie spalle, sono pronto per l’impresa! Seguitemi dopo il cut, ahoy!

Ovviamente mentivo spudoratamente, ma mi serviva un modo per riempire il cut senza spoilerare nulla di questo “I Say A Little Prayer,” che è pregno di avvenimenti come un tacchino ripieno. Allora, vediamo un po’ che cosa è successo questa settimana a Cheertown.

Avevamo lasciato gli Hellcats alle qualificazioni per il campionato regionale, ed è qui che li ritroviamo, intenti ad assistere all’esibizione dei loro diretti avversari, i Memphis Christians (Jesus is the wind beneath their skirts). Sotto lo sguardo impietrito di Marti (anche perché è l’unico che si ritrova) e di Savannah, improvvisamente la tragedia: il flyer dei MC cade durante lo stunt finale e muore! No, in realtà non muore, si fa solo male al collo, ma da come hanno presentato la scena io pensavo fosse proprio schiattata. Neanche il tempo di riprenderci dallo shock (!) e ci sparano subito addosso un secondo colpo di scena: la ragazza infortunata è la sorella di Savannah! Corriamo subito all’ospedale insieme a lei, con il cuore in mano per l’emozione strangolata, e conosciamo la madre delle due – una wasp insopportabile dotata di manico di scopa pralinato su per il culo – e la suddetta sorella, che, nonostante sia mezza rotta, ha l’energia per fare la stronza di proporzioni epiche. Bitch! L’importante è che questo sguardo sulla famiglia Monroe ci permetta di esplorare il passato tragico (!) di Savannah: i genitori, infatti, l’hanno moralmente diseredata dopo che la ragazza se n’è andata dal Memphis Christian College, macchiando così la secolare tradizione di famiglia. E quel che è peggio, la madre è ora convinta che Savannah abbia voltato le spalle a Dio e sia finita in un episodio di Gossip Girl, fra orge e sbronze. Non è questo che si fa al college?

Intanto, Marti ha la sua gatta da pelare, nella deliziosa persona della madre white trash che, non contenta di essere stata cacciata dalle qualificazioni, s’introduce a Cheertown per deliziare la squadra con una cena a base di costolette di maiale ed ettolitri di vino. Come non voler bene ad una mammina così premurosa, che parla di Justin Timberlake come una quindicenne arrapata? Ovviamente, e sottolineo ovviamente, i loro conflitti verranno tutti risolti a fine episodio, quando Marti, dopo aver ascoltato la storia di Savannah, si renderà conto di quanto è fortunata ad avere una madre che la ama (*cuoricini*) e le permetterà di assistere alla competizione.

A corollario di queste due trame principali, una pletora di storielle minori di cui non è che ce ne freghi poi tanto (come il triangolo fra Marti, Alice e Lewis o quello fra la coach, il dottore e l’allenatore di football). L’unica che si salva, per motivi che saranno chiari più sotto, è quella del nascente interesse di Dan per Savannah. È una piccola sorpresa, perché anch’io come Bab pensavo che Matt Barr covasse un amore segreto per Marti, ed invece il biondo m’ha spiazzato chiedendo a Savannah di uscire con lui in una delle scene più divertenti dell’episodio (Balderdash!). Qualche commentatore d’oltreoceano ha fatto notare come questo sia una replica puntuale della situazione iniziale di One Tree Hill (amici di sesso diverso, uno dei due si innamora del compagno di squadra dell’altro), ma io non voglio essere così cattivo e concedo allo show di avermi piacevolmente sorpreso.

Detto questo, è il momento di sparare un po’ sulla crocerossa (e da questi parti, si sa, è più sport questo che il cheerleading). “I Say A Little Prayer” è la quintessenza della banalità televisiva, un autentico oceano di luoghi comuni. Ogni sviluppo è prevedibile fin dalle prime scene (Marti che si riconcilia con la madre a fine episodio), i personaggi si comportano sempre esattamente come ci aspetteremmo (Marti che salta un allenamento per aiutare la madre con i suoi problemi finanziari) ed il risultato finale (gli Hellcats che vincono la gara grazie alla verve portata dalla nuova ragazza) poteva indovinarlo anche un bambino di cinque anni. L’impressione, infatti, è che lo show, quando posto davanti ad un bivio narrativo, prenda sempre la via più facile, quasi temesse di mettere i suoi personaggi di fronte a vere difficoltà. Ogni ostacolo viene superato con fastidiosa sicumera nel giro di un episodio, e la lavagna alla fine è sempre pulita, pronta per nuove avventure usa-e-getta. A peggiorare le cose, ci si mette una sceneggiatura che parecchie volte scade nel ridicolo, come durante il discorso d’incoraggiamento del coah: You are champions of the spirit. You ignore the scoreboard. Long odds are irrelevant. In the face of seemingly insurmountable adversity, you do not waiver. You roll, you tumble, you fly.

Però – sì, per fortuna c’è un però – ci sono almeno tre elementi che riescono a salvare lo show dal baratro in cui minaccia spesso di cadere. Primo, le coreografie delle esibizioni non sono solo spettacolari ma anche ben realizzate e credibili, nel senso che (quasi) non ci fanno accorgere che sono eseguite da controfigure e non dagli attori stessi. E, in uno show sul cheerleading agonistico, se così non fosse sarebbe una tragedia. Secondo, la sceneggiatura, a volte, si risolleva dalla mediocrità imbarazzante di cui sopra per regalarci degli scambi gustosi e brillanti, come quello fra Marti e Dan in riva al giume: – That’s teaching a pig to sing. It doesn’t work and it annoys the pig. – I love pig metaphors. Now we can slap some lipstick on it, maybe cut off his ear and make a silk purse? Terzo, ed è la cosa più importante di tutte, Savannah è adorabile. Come si fa a non volerle bene? Va ad augurare buona fortuna agli avversari con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, osserva l’abilità della sorella con sguardo rapito e ammirato nonostante siano avversarie, mantiene il suo buon umore un po’ chioccio anche di fronte alla madre stronza, non capisce quando gli altri scherzano e ha sempre paura che la prendano in giro, ma alla fine è l’unico sprazzo di originalità della serie, l’unico personaggio che ha catturato da subito la mia simpatia… tanto che shippo già lei e Dan come il peggior fanboy!

Quindi, benché Hellcats non sia un prodotto così lontano dagli standard a cui la CW ci ha abituato, è comunque un prodotto carino nella sua medietà, e senz’altro anni luce avanti ad altri scempi cari al network verdognolo. Pertanto, siccome le premiere CW di quest’anno sono state qualcosa di assolutamente imbarazzante, premio questo episodio con una, seppur risicata, sufficienza, e urlo: Go Savannah, go!

FONTE
 
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claudietta<3<3
view post Posted on 15/10/2010, 21:46




secondo me è davvero carino come telefilm ... spero arrivi presto nelle nostre TV!!
garzie mille
 
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•Mari•
view post Posted on 16/10/2010, 09:56




CITAZIONE (claudietta<3<3 @ 15/10/2010, 22:46)
secondo me è davvero carino come telefilm ... spero arrivi presto nelle nostre TV!!
garzie mille

siiii speriamo ...sono troppo curiosa di vederla
 
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elena 89
view post Posted on 18/10/2010, 15:31




anch'io sono suepr curiosissima!!!!!!!
 
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•Mari•
view post Posted on 25/10/2010, 19:38




speriamo in bene e che arrivi
 
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claudietta<3<3
view post Posted on 1/5/2011, 08:26




raga io lo vedo con i sottotitoli ma voi sapete quando arriva in italia???? ufff!!
 
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5 replies since 27/9/2010, 19:29   50 views
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